Grotte della Valle Imagna

Un territorio ricchissimo di cavità naturali, ben 250 le grotte conosciute in Valle Imagna, un patrimonio sotterraneo di grande bellezza e inestimabile valore.

La Valle Imagna custodisce un mondo sotterraneo di incredibile bellezza. Grazie alla permeabilità del suolo, l’acqua ha modellato nel tempo la roccia creando magnifiche grotte sotterranee. Questo territorio presenta il più alto numero di grotte e cavità di tutta la provincia di Bergamo. Le cavità differiscono tra loro per bellezza, ricchezza dei fenomeni di concrezionamento, ritrovamenti paleontologici-archeologici e rare specie di fauna cavernicola . Ad oggi si contano circa 250 grotte conosciute, di cui circa 110  catastate e 140 conosciute, a cui si aggiungono altre che nessuno ha mai scoperto ed esplorato. Le grotte che caratterizzano la Valle Imagna, fanno parte dell’era del triassico e si possono dividere in 3 gruppi principali:

  • La dolomia principale
  • Il calcare di Zu
  • Le argilliti di Riva di Solto

La dolomia principale è una roccia di colore chiaro compatta e resistente. Il calcare di Zu è composto da rocce nerastre, poco resistenti e stratificate. Le argilliti di Riva di Solto sono di colore nero e poco resistenti. Le zone dove si concentrano maggiormente i fenomeni carsici sono: l’area tra Costa Valle Imagna e il pianoro del piazzo, la corna camozzera  e  Rota d’Imagna.

Con il supporto del Gruppo Speleologico Valle Imagna è possibile visitare le principali grotte valdimagnine tra cui: la grotta Tomba dei Polacchi a Rota Imagna, in cui sono stati rinvenuti oggetti in metallo, osso e ceramica dell’Età del Bronzo oggi conservati al Museo Archeologico di Bergamo, la grotta Europa a Bedulita, scoperta casualmente nel 1986, con la sua enorme sala del diametro di 40 metri, ricca di stalattiti, stalagmiti, drappeggi, al cui centro si trova una cascata e la grotta Val d’Adda, a Cepino, frazione di S. Omobono Terme, grotta sorgente le cui pareti sono state completamente modellate dalle acque correnti.

LA TOMBA DEI POLACCHI
Il nome di questa località deriva dall’antico nome dialettale Tomba dei Bulàcc (buca del pozzo).
La località Tomba dei Polacchi si trova a Rota Imagna, la grotta si estende per oltre 400 metri, con un susseguirsi di cavità interrotte da crolli, percorsa nella parte più interna da un ruscello. Durante gli scavi si sono trovate delle fossette che servivano per la raccolta del colore ocra, un tipo di giallo molto usato nelle cerimonie rituali, sono stati inoltre rinvenuti dei pendagli in osso e un rasoio quadrangolare in bronzo con manico decorato,  l’oggetto più interessante è sicuramente un vaso, collocato ai piedi di una stalagmite, questo vaso, in ceramica grossolana, è decorato da una fila di impressioni digitali (impronte fatte con le dita); l’imboccatura era coperta da una lastrina di roccia e conteneva due oggetti in bronzo (uno spillone e una testa di chiodo), una scoria di ferro e una zampetta di pecora. Questi oggetti ci fanno pensare ad un’offerta rituale legata ad un’attività di transumanza (pascolo delle greggi) che ancor oggi si svolge nella zona. A Berbenno c’è il Bus del Gat o del Cunì, dove sono stati trovati resti di sepolture ad inumazione con corredi (pendagli, pugnali in pietra, frammenti in ceramica) risalenti all’età del rame.

Altri ritrovamenti dell’età del Rame sono stati individuati a Chignolo di Rota Imagna in località Grotta Alta : si tratta di resti di sepolture ed inumazione. Ma le testimonianze è preistoriche più interessanti, vasetti in ceramica, ciotole, un rasoio e oggetti in osso sono state trovate, sempre a Rota Imagna, in località Tomba dei Polacchi, in una grotta frequentata per ragioni di culto a partire dall’età del Bronzo fino all’ età del ferro.

A Ca’ Contaglio di S.Omobono , in localià Grotta dei Morti , e a Cepino, in località Grotta della Cornabusa, sono venuti alla luce resti preistorici non ben definibili.

Nella grotta di Corna Coègia , a Locatello, gli uomini primitivi hanno lasciato un pugnale litico dell’età del Rame e una punta di freccia dell’età del Bronzo. Segni della presenza dell’uomo preistorico sono stati trovati a Blello ( una pietra con incisione ), e a Barzana , in località Arzenate a Casavoglio ( frammenti ceramici e litici ). Il sito preistorico più recente è l’insediamento di Duno, ad Almenno S. Salvatore risalente alla prima età del ferro. Su questa collina, oltre a frammenti in ceramica ritrovati in superficie, restano testimonianze di muri e di terrazzamenti che fanno pensare alla presenza di una fortificazione.

LA GROTTA EUROPA
La grotta Europa fu scoperta casualmente nel 1986 dal gruppo speleologico di Bergamo durante un giro di ricerca nel Comune di Bedulita. Una fessura dalla quale usciva aria fresca incuriosì molto gli speleologici che decisero di scavare per aprirsi un passaggio. Tanta costanza fu premiata: infatti, dopo essersi aperti un varco, si trovarono in una sala enorme ricca di concrezioni meravigliose con al centro una cascata. Il salone ha un diametro di 40 metri e un’altezza di 17 metri e si apre in Dolomia Principale, roccia di colorazione chiara, non stratificata, particolarmente compatta e resistente. Quota d’ingresso: 755 metri.

GROTTA VAL D’ADDA – Cepino di Sant’Omobono Terme
Interessante cavità risorgente – suborizzontale possiede un torrente interno con una sorgente ad intermittenza irregolare ed è l’unico habitat del Coleottero Boldoria schatzamayi. Nell’ambiente della grotta della Val d’Adda, si può osservare che (a differenza di altre grotte concrezionate), è quasi priva (tranne le pareti più elevate) di concrezioni; inoltre le pareti sono state completamente modellate dalle acque correnti. Questa è una caratteristica tipica delle grotte sorgenti percorse perennemente da ingenti quantità di acque che erodono le pareti in modo simile alle gole dei torrenti esterni. Si osservi anche il diverso significato delle parole “Erosione” E “Corrosione”: il primo termine designa un’azione puramente fisica, meccanica, il secondo termine implica anche un’azione chimica. Quota d’ingresso: 561 metri.

GROTTA IL FORGNONE – Brumano
Il Frognone è una grotta conosciuta “da sempre” dai locali. Le prime notizie speleologiche  risalgono alla fine degli anni ’20, in particolare in una lettera inviata da E. Boesi al quotidiano locale “L’eco di bergamo”, datata 24 settembre 1927 e nella sua relazione presentata dal Gruppo Grotte di Bergamo, agli Atti del 1° Congresso speleologico Lombardo svoltosi ad Iseo nel 1928. Il Forgnone è uno dei sistemi carsici più lunghi dell’alta Valle Imagna. Situato nel pendio della grande “Terrazza di Brumano”, geologicamente l’alta Valle Imagna è localizzata sul fianco meridionale di un’ampia struttura anticlinale.

BUS DI CORNEI – Ubiale Clanezzo
Conosciuta da tempo, in questa cavità sono stati fatti ritrovamenti paleontologici già a fine 800. La grotta si apre a quota 360 mt. slm sotto il Monte Ubione in frazione Clanezzo del comune di Ubiale Clanezzo. E’ facilmente accessibile, dal paese si impiegano circa 15 minuti a piedi. Una recente esplorazione del Gruppo Speleologico Valle Imagna ha portato alla luce una splendida sala chiamata – Sala Panda –  ricca di concrezioni e splendidi cristalli di calcite.

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