Architettura rurale della Valle Imagna

Peculiarità delle popolazioni delle Prealpi Orobiche Occidentali come Valle Imagna e Valle Taleggio è quella di avere sviluppato nei secoli un particolare metodo di costruzione di edilizia rurale che racchiude i valori di socialità di queste comunità.

L’architettura tradizionale di questi luoghi mostra la sua dimensione umana attribuendo significati importanti ai singoli manufatti. I muratori Pecaprìde hanno tramandato nel tempo la loro esperienza dell’uso della pietra locale per la costruzione delle strade, dei muri a secco, delle stalle e delle case contadine . L’edilizia non è solo un metodo di costruzione ma esprime il sapere e le conoscenze tramandate dalla tradizione di questi luoghi.

Le pietre calcaree a spacco presenti nel sottosuolo del versante orografico sinistro della valle, hanno offerto nei secoli il principale materiale per l’edilizia: le pride utilizzate soprattutto nelle murature per la loro consistenza e le piode ossia lastre di ardesia ideali per pavimenti e coperture. Solide maestranze e famiglie di pecapride hanno dato vita a una tradizione professionale ancora oggi ricercata per la qualità nel restauro.

Nella tradizione edilizia valdimagnina è da sempre diffuso l’utilizzo di lastre di pietra per la costruzione dei famosi tetti in piode. Unici nel loro genere in tutto l’arco alpino, i tetti tradizionali, solitamente a due falde molto inclinate, ma anche a quattro nelle costruzioni signorili, trasmettono contemporaneamente sensi di imponenza e di eleganza. Sostenuti da robuste capriate con soprastante orditura lignea, le lastre di pietra, posate per sovrapposizione dalla gronda sino al colmo, attribuiscono alla copertura la classica forma del tetto a pagoda, che rende il manufatto unico e originale.

Molti sono gli esempi ben conservati: Cà Dani a Locatello, Cà Cavaggio a Corna Imagna, Cà Taiocchi a Sant’Omobono Terme e l’antico borgo di Arnosto a Fuipiano.

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